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coltivazione prodotti agricoli

Storia dell’Olivo

Storia dell’Olivo

L’ulivo è una pianta tipicamente del basso mediterranea, le sue origini sono di antichissima origine
infatti le tecniche di allevamento e coltivazione sono di biblica memoria, immediatamente
successive a quelle della vite.
“Era sorto fra Athena (Minerva), la figlia prediletta di Zeus (Giove) frutto della sua mente, e
Poseidone (Nettuno), Dio del mare, grave dissidio per il loro predominio sulla terra dell’Attica e per
il diritto di precedenza nella costruzione di un loro tempio sull’Acropoli di Atene.
Non essendo stato possibile venire ad un accordo, diciamo, amichevole fra le due possenti divinità,
esse ricorsero al giudizio di Giove, il primo degli Dei. Giove ritenne opportuno sfruttare questa
rivalità per fare un dono prezioso agli uomini e rispose quindi ai contendenti che il diritto di
precedenza sarebbe stato accordato a quello dei due, il quale avesse saputo creare la cosa più utile
all’uomo: Nettuno creò il cavallo, Minerva l’olivo. Giove, arbitro nel giudizio, si pronunciò a favore
di quest’ultimo e così il tempio famoso fù dedicato a Minerva e l’olivo divenne la pianta sacra a
Minerva.”1
Impossibile è coltivare una pianta come l’ulivo senza una appropriata conoscenza dell’organismo
vegetale in questione e delle regole generali che regolano la vita delle piante.
“L’ulivo è una drupacea, cioè una pianta con frutto a nocciolo (drupa) di grande latitudine di
adattamento e di meravigliosa vitalità, che gli consente di vivere e di sopravvivere anche nelle
condizioni più difficili e varie. Appartiene al gruppo delle piante a foglia persistente (sempreverdi).
Vegeta e fruttifica di regola sui rametti dell’annata precedente , sui quali all’ascella delle foglie
( punto di inserimento delle foglie sul rametto) si trovano le gemme già differenziate, all’inizio delle
ripresa vegetativa primaverile, in gemme a frutto ( a fiore) e gemme a legno. Siccome le foglie sono
inserite in posizione contrapposta a due a due, cosi opposte si trovano le gemme. Generalmente le
gemme a legno si trovano all’estremità, presso l’estremità di ogni rametto e quasi sempre nella parte
superiore dei punti di curvatura.”2

L’olivo per sua caratteristica è pianta che attecchisce e cresce bene in pendenza o non in siti
pianeggianti poiché risente molto negativamente dei ristagni d’acqua che inducono marciumi e
fanno proliferare gli insetti. La pianta per avere una buona e costante crescita , quindi una
conseguente produzione di frutti, deve essere folta ma diradata cosi che l’interno della pianta sia
diradato per consentire la ventilazione interna alla chioma e quindi conseguente pulizia della stessa;
al contempo la chioma stessa, verso l’esterno, si deve strutturare in modo tale che le rame, e i
rametti che da essa nascono, non si scontrino quando c’è vento e la pianta ha le mignoline ( fiori
dell’olivo) da cui poi, se impollinate, vengono le olive.
Tale difficile risultato si ottiene impostando le piante in modo da farle crescere con quattro o tre
tronchi opposti fra di loro e che si sviluppano in altezza pur nascendo dal medesimo pedano; i
tronchi saranno puliti verso l’interno dai ributti che annualmente si formeranno, nella parte esterna
si andrà a potare il secco e le rame che nascono “sotto” cioè quelle che sono coperte dalle rame che
guardano verso l’esterno. Seguendo questa scuola si ottengono piante che hanno una buona
resistenza dei tronchi e al contempo la necessaria esposizione verso l’esterno che in fase di
germinazione e crescita delle olive e di raccolta delle stesse permette una ottimale (per tempo e
modo di raccolta) attività lavorativa e gestionale.
La potatura delle piante di olivo si compie in tardo inverno, cosi che le ferite alla pianta (già
schioccanti di loro) non siano aggravate dal freddo intenso che , data la natura drupacea, attacca la
linfa costantemente presente nella pianta e ne provoca la spaccatura; o si compie in periodo pre
primaverile poiché quando l’olivo fà i fiori non và toccato pena la perdita del raccolto.
Se si tiene conto degli accorgimenti sopra citati si può gestire la fase di allevamento e coltivazione
minimizzando i prodotti fito-sanitari o corroboranti fogliari (ad esempio con atomizzatori ad alta
pressione) e massimizzando la loro capacità protettiva, e di difesa. Per ciò che concerne la fase di
raccolta delle olive si dimostra che utilizzando strumenti come gli scuotitori a pettine con manico in
carbonio (quindi leggeri e di facile ed ottimale utilizzo) ed alimentati da batterie spallabili al litio
(che consentono una ottima mobilità e velocità di raccolta); piuttosto che scuotitori alimentati da
compressori attaccati alla presa di forza del trattore, con scuotitori a pettine con manico
allungabile , si riesca ad arrivare in tutte le parti della chioma anche in piante molto vistose e di
secolare origine. In più questa innovazione tecnologica in agricoltura permette di lavorare da terra
in fase di raccolta minimizzando gli infortuni sul lavoro che nel settore agricolo forestale sono una
vera ecatombe, soprattutto perché sovente chi casca da una pianta di ulivo rimane paralizzato alle
gambe nel peggiore dei casi o si procura ecchimosi o fratture nelle parti più disparate del corpo.
Nella fase di potature tardo invernale o pre-primaverile si possono utilizzare forbici alimentate dalla
pressione del compressore o seghe e cesoie telescopiche alimentate a batterie o a scoppio che
consentono la potatura da terra senza ausilio delle scale, che ,anche se ben assicurate con una corda
alla pianta,per la pendenza e frastagliatura del terreno tendono a cedere al pedano (cioè la parte di
appoggio della stessa) e procurano la caduta dell’operatore.

“Quando il sol s’è leato il terreno l’è prosciutto”….. e sapessi
Grazie Gino